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      Come costoro che d'oltremonti ora vengono a bersi il sangue italiano, e non contenti, aggiungono lo scherno all'offesa, tremavan allora al solo nome romano. Vi direi che tant'oltre è giunta ormai questa loro sfacciata insolenza, che, dopo d'avere strappato, e con quali arti sallo Iddio, la gloriosa corona che faceva Italia regina dei popoli, ed era stata compra con tanti sudori e tanto sangue, par loro non aver fatto nulla finchè ci vedono una spada in mano ed una corazza sul petto, e vorrebbero torci perfino di poter combattere e morire in salvazione dell'onor nostro.
      - Vi direi: Su dunque: andiamo, corriamo tutti; si piombi su questi ingordi ladroni sprezzatori d'ogni diritto; e ben veggo nei vostri sguardi che le mie parole sarebber tarde a fronte delle spade italiane... Ma invece... l'ufficio di condottiero, duro pur troppo in così grave occasione, mi comanda di porre un freno al vostro valore, e m'è forza il dirvi che tutti non potrete combattere, e converrà concedere a poche spade la gloria della nostra vendetta. Il magnifico Consalvo, dovendo con forze minori sostenere i diritti del re cattolico, non consentirebbe che il sangue de' suoi soldati si spargesse per altre cagioni. Per dieci uomini d'arme otterrò, spero, salvocondotto e campo franco. Senza metter tempo in mezzo, vado, ed ottenuto che l'abbia, ritorno. Intanto ognuno di voi scriva su un foglio un nome: a Consalvo la scelta. Ma prima dovete giurare di stare a quanto verrà da lui stabilito.
      Il discorso fu accolto con un bisbiglio d'approvazione, e tutti giurarono.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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