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      Fieramosca com'ebbe ricacciata nel fodero la spada, e percosso colla palma della mano sul pomo per fermarla meglio, si volse a Bajardo scusandosi dell'accaduto.
      Questi li posò le due mani sulle spalle guardandolo fisso, onde il giovane mezzo arrossito abbassò gli occhi: stato così un poco, lo baciò sulla fronte, e gli disse: Benoiste soit la femme qui vous porta.
      Un'ora dopo il ponte della porta di Barletta s'abbassava per lasciar entrar Ettore e Brancaleone che ritornavano.
     
     
     
      CAPITOLO VII.
      La mattina di questa giornata, che dagl'Italiani era stata spesa nel preparar la battaglia, non fu perduta per gli ospiti, che dalla sera innanzi occupavano le camere superiori alla cucina nell'osteria del Sole. Il loro nome che è un segreto per tutti, salvo che pel caposquadra Boscherino, non lo sarà neppure pei nostri lettori. Eran costoro Cesare Borgia duca Valentino, e D. Michele da Corrella, uno dei suoi condottieri.
      Paragonare tali ribaldi agli animali più malefici e più nemici d'ogni essere vivente, è debole immagine. Questi operano per istinto, e l'istinto ha limiti certi. Ma qual limite avranno al mal fare cuori perversi, guidati da ingegni di sottigliezza diabolica, forniti di potenza, di valore (chè pur troppo non tutti gli scellerati son codardi) e di ricchezze immense?
      Il figlio d'Alessandro VI, terrore dell'Italia, e di quanti in essa possedevano oro, signoria, o donna avvenente, si trovava quasi solo in una povera casa, in mezzo a molti che avrebber comprato colla vita il piacere di far le loro vendette sopra di lui.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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