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      Oggi essa la desidera più del solito, le pare che debba portarle una decisione; e qualunque sia, nel suo stato, sarà sempre un guadagno. Ma quei momenti d'aspettazione le parevano pur lunghi ed amari! Vorrebbe Ettore già presente, vorrebbe che avesse già udite parole tanto ardue a pronunziarsi: s'egli tardasse o non venisse, domani sarà ella ancor forte abbastanza?
      Un punto oscuro che appena mutava luogo non tardò a comparire sul mare vicino al lido. Dopo un quarto d'ora s'era accostato, ingrandito; e quantunque appena si potesse distinguere che era un battello condotto da un uomo, Ginevra lo riconobbe, e sentì darsi una stretta al cuore. Per una subita rivoluzione di tutte le sue idee, le parve ad un tratto impossibile dirgli ciò che un momento prima aveva, o credeva avere irrevocabilmente fissato. Avrebbe veduta con piacere quella barchetta tornar indietro, ma invece avanti, avanti: già era presso l'isola; già s'udivano i remi tuffarsi, ed uscir dall'acqua.
      Zoraide, eccolo, disse volgendosi alla sua compagna, che alzò il capo appena, fece col viso l'atto di chi risponde, e tosto riabbassò gli occhi sul suo lavoro. Ginevra scese, e s'avviò al luogo ove s'approdava all'isola, e per una scala tagliata a scarpelli nel masso, giunse al mare appunto quando Fieramosca deponeva i remi in fondo al battello, e la prora si fermava contro lo scoglio.
      Ma se alla donna mancava il cuore di dichiarare le sue risoluzioni, Fieramosca che aveva dal canto suo cose altrettanto gravi da svelarle, non si sentiva maggior animo di lei.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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