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      Altrimenti una corda ed un sasso al collo ed un bagno in mare lo salvano dal pagar lo scotto. Che cos'ami meglio?
      - Quel che sarą meglio per me non lo sarą per te, - rispose D. Michele sostenuto. - Jer sera prendeste noi due, ma non eravamo soli nella chiesetta. V'era chi non avete veduto; ed ha visto voi, e ti conosce, ed a quest'ora in Barletta si sanno le vostre ribalderie, e presto il bagno in mare toccherą ate a farlo, e non a me, se pure non trovassi il modo d'impedire a tre o quattrocento Catalani o Stradiotti di buttar gił a calci la porta di questa torre, o potessi indurii ad impiccarti ad un merlo, invece di farti far pace coll'acqua, che, da quel che vedo, assaggeresti per la prima volta.
      Quest'idea gli venne suggerita dalia vista di un mezzo barile, che il Tedesco si tenea a capo al letto invece di santi e di croce.
      La replica in tuono cosģ alto fece rizzar la punta al conestabile che tirandosi la berretta sugli occhi, disse:
      - Se pensi d'aver a fare con un ragazzo, e spaventarmi colle tue bravate, prima t'avverto che non ti credo, poi se anche venissero i tuoi Albanesi, o chi diavolo hai detto, ho il modo di non temere nč loro, nč il mare, nč il merlo... e non so chi mi tiene che non ti faccia attaccar per la canna ora proprio. Ma amo ancor meglio il suono de' tuoi fiorini, che il gracchiar de' corvi che verrebbero a beccarti gli occhi. Dunque a noi, veniamo al fatto: qui v'č da scrivere; fai che venga il danaro, poi va col tuo malanno dove ti pare.
      D. Michele senz'affrettarsi a rispondere, lo guardava col ghigno di chi non temendo nulla per sč, sta infra due, se debba prender la cosa in canzone o sul serio.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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