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      Insomma che volete? è un ragazzaccio. Gliel'ho detto tante volte alla madre: Ghita! il ragazzo s'avvezza troppo fastidioso colle mani... ma non gli si può metter giudizio. - Queste nuove ed il modo di raccontarle colpirono, quantunque per motivi diversi, i due ascoltatori, sicchè non trovaron parole per rispondere.
      Seguitava la vecchia: - Insomma ora finisco e me ne vado, che ancora sono in piedi da jeri. C'eravamo messi per dormire un'ora; ecco Cocco d'Oro correndo: Su, su presto, il Bargello, la corte!... Ci alziamo: che volete? Stavano già sotto Malagrotta e venivano per le poste: noi a gambe su per la montagna. Ora sono tutti chiusi nella grotta di Focognano senza un pane e un sorso d'acqua, e per la macchia saranno da 200 fra birri e soldati; e Dio faccia che qualcuno degli uomini non abbia la mancia prima delle feste. Dunque su, fate presto, cercate la via di rimediare... avranno trovato il podestà ammazzato... Vergine! che precipizio vuol essere! E, - dice Ghita, - di non vi scordare che lassù non c'è da rodere; e perciò subito che potete mandategliene.
      Al fine di queste parole vide sulla tavola gli avanzi della cena, e, presili con prestezza e senza domandar licenza, si empiè il grembiule di tozzi, di pezzi di carne, di frutta, versò in una zucca che portava a tracolla il vino che restava: bevve quello che non vi potè capire, e forbendosi la bocca col dosso della mano, se n'andò, data una spinta a Sandro per levarselo d'innanzi, senza dire a quei due nè asino nè bestia.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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