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      Ginevra accorgendosi che Zoraide per non aver a dare altri schiarimenti sulla sua gita volea mettere innanzi il discorso della giostra, non si curò d'insistere e disse:
      - Insomma la giostra è stata bella?
      - Bella? e come! - prese a dir Gennaro, che si moriva di voglia di servire esso di storico, e cominciò dall'uscita di Consalvo, descrivendo il meglio che poteva la ricchezza e le gale di quei baroni; poi coll'idea di farle cosa grata le diceva, scuotendo il capo e stringendo le labbra, nel mentre che le sue mani facevano girare e rigirare la berretta in cento modi: - E se aveste veduto vostro fratello come stava a cavallo, su quel bel puledro color d'argento; tutti dicevano: che bel giovane! E per dir la verità con quel vostro mantelletto azzurro era proprio una pittura. Mi son voluto ammazzare tra la folla per seguitar la cavalcata fuor di porta! Ci voleva buoni gomiti, ve lo dico io, sì... ma quando la figlia del signor Consalvo è scesa di lettiga, ero accosto come da me a voi; e il signor Ettore l'ha messa a cavallo... cioè, dirò meglio, essa gli ha appoggiato un piede sul ginocchio, un piedino così, vedete! e per mostrarne la misura stendeva il pollice della mano destra appuntando l'indice della manca alla sua attaccatura, e poi su, svelta come un grillo; e sapete che cosa vi dico? Non le dovrebbe dispiacere vostro fratello; che quando è stata in sella gli fu detto certe paroline, e gli ha fatto un bocchino, che beato chi l'ha veduto: e lui, mi son accorto, s'è fatto rosso: Dio sa che cosa si son detto! e ho pensato fra me: sta attento che il signor Ettore s'avesse da fare sposo: sarebbe una gran bella coppia, ve lo dico io: pajon fatti l'uno per l'altro.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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