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      Ed ora per soprappiù vedeva, come un lungo sogno che si scioglie, dileguarsi persino la certezza della quale s'era fino a quel tempo nutrita, che Ettore non fosse mai per cambiarsi a suo riguardo. E quando scossa da tanti colpi, e quasi volendo seguir la voce di Dio che la chiamava, pure non le pareva possibile di risolversi, ecco la volontà divina parlar più alto, e porla quasi a forza sulla strada che doveva battere, col farle in un modo così inaspettato ritrovare il marito. - Ogni dubbio, pensava, ora è rimosso. Finch'io potei credere che più non vivesse, forse v'era modo a scusarmi; ma ora potrei, sciagurata, tirar innanzi così?
      Qui un nuovo impensato ostacolo le sorgeva contro. - E quando gli anderò innanzi, e mi domanderà: Dove fosti sin ora?
      Non era facile trovar la risposta. Colpita da tal idea le sembrò così assolutamente impossibile risolversi d'incontrare gli sguardi del suo giudice, che ne depose tosto interamente il progetto, e si diede a cercar altra via onde uscir da quel labirinto. Ma quanto più vi pensava, tanto più conosceva che il passo, pel quale sentiva tanta ripugnanza, era appunto quel solo che potesse e dovesse fare; e diceva fra sè: "Di chi mi potrei dolere? di me stessa. S'io mi fossi governata in altro modo, e come avrei dovuto, non mi toccherebbe ora quest'umiliazione così amara; e tanto più amara diverrà, quanto più sarà lungo l'indugio".
      Ginevra aveva un animo di tempra forte e perciò nemico dello stare lungamente irresoluto; disse dunque animosamente: - Posso viver sempre in tanti rimorsi? no.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





Ettore Dio