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      Onde siamo intesi, addio.
      Ciò detto, se n'andò verso la torre lasciando che Boscherino avesse agio a considerar bene il luogo: questi lo lasciò scostare guardandogli dietro con un sorriso di compassione, e poi non si potè tenere che non dicesse con voce abbastanza alta per essere udito da Pietraccio:
      - Povero asino! Guarda chi si vuol metter con Cesare Borgia! Avresti proprio trovato chi ti leva la sete col presciutto! Già è il vin d'Alicante che discorre per lui.
      Quest'ultime parole, non meno che tutto il dialogo antecedente, con somma attenzione udite ed intese dall'assassino, erano bastate per fargli conoscere in somma, che per commissione del Valentino si stava combinandoIl ratto della sua protettrice, e che il duca si trovava nella rôcca di Barletta. Si può credere senza far torto a Pietraccio, che l'intenzione di difender la donna non fosse il suo primo pensiero: che cosa sapeva egli di gratitudine? Ma la speranza di poter far andar a monte un'impresa del maggior nemico suo e di sua madre, un'altra speranza più atroce di potersi forse imbattere in lui tra la folla e il disordine della festa, ed ammazzarlo, gli fece ribollire il sangue di gioja; e quando Boscherino dopo non molto se ne fu andato, s'alzò dal luogo ove stava, e cavatosi di seno il pugnale sottile ed acuto che gli aveva dato D. Michele, coll'estremità dell'indice ne tentava la punta stringendo i denti e facendo l'atto di chi mena un manrovescio; poi pensava in qual modo potrebbe di qui condursi salvo a Barletta.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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