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      Accortasi la brigata che in tal piacevol modo voleva il Capitano di Spagna presentare i suoi ospiti, faceva bellissimo vedere lo scompiglio che nasceva dal voler prender quelle colombe; e chi ne coglieva una, leggendo il breve, con gran festa la veniva presentando a quello cui era destinata.
      Fanfulla anch'esso si diede a cercar di prenderne qualcuna; ed essendogli volata sul capo quella che portava il nome di D. Elvira, potè così di volo leggere il breve: e piacendogli fieramente il viso della donzella, pose in animo d'esser egli quello che le presentasse il dono. Così appostato l'uccello, agile com'era, tanto fece che l'ebbe in poter suo, e, fattosi largo fra la gente, pose un ginocchio a terra avanti a lei, ed offrendole la colomba, le mostrò che aveva al collo un fermaglio di grossissimi e bel diamanti.
      D. Elvira con grata accoglienza prendeva la colomba, e volendosela avvicinare al viso per farle carezze, quella batteva le ale impaurita, alzando e scompigliando i capelli biondi ed inanellati sulla fronte bianca della giovane, che si tingeva d'un leggiero incarnato. Mentre essa voleva staccare il gioiello dal collo della colomba, Fanfulla rizzandosi le diceva:
      - Io stimo non esser al mondo i più bei diamanti di codesti; ma, damigella, metterli accanto agli occhi vostri è lo stesso che volerli vituperare.
      Un sorriso di compiacenza ricompensò Fanfulla delle sue cortesi parole.
      Alcuno de' miei lettori, usato forse alla delicatezza che la civiltà moderna pone in tutte le relazioni sociali, penserà fra sè, questo complimento saper troppo di lambicco, e lo preghiamo però a riflettere che per un uomo d'arme del Cinquecento, con un cervello pazzo quale aveva il giovane lodigiano, fu anche troppo; e ciò che lo assolve meglio di quanto potrei dire, si è che la figlia di Consalvo pensò che avea parlato accortamente e bene.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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