Pagina (246/322)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fu gran vanto per D. Michele, che ne seppe conoscere ed assaporare il pregio. Dopo questi accidenti seguitando il lor viaggio giunsero al legno che li aspettava, e che fece tosto vela per ritornare in Romagna. Ma non terrem dietro altrimenti a questi ribaldi.
     
     
     
      CAPITOLO XVII.
      La partenza di Fieramosca e de' suoi amici dal ballo, osservata da pochi, non ne aveva turbata l'allegrezza: Fanfulla togliendosi dal terrazzo, ove avea trovato D. Elvira, con prestezza e senz'essere veduto, era andato a deporre le spoglie del suo amico, e, tornato poi a mescolarsi fra quelli che ballavano come non fosse suo fatto, rideva fra sè della burla compita con tanta fortuna, e si moriva di voglia di raccontarla. La figlia di Consalvo andava coll'occhio cercando Ettore fra gente e gente, e non vedendolo in nessun lato, non sapeva indovinare per qual cagione volesse ora celarsi da lei.
      Passata così quasi un'ora, furon veduti entrare Brancaleone ed Inigo, e domandaron di Consalvo ai primi che ebbero innanzi. Fu loro accennato verso un angolo della sala, ove stava in crocchio con alcuni de' baroni francesi. Accostatisi a lui lo trassero in disparte: gli raccontarono la novità che era nata, e come sapevan che il Valentino era nella rôcca, e per suo volere s'era fatto quel disordine; lo pregavano volesse dir loro come s'avessero a governare. Consalvo che lo teneva capace di tali assassinamenti e di maggiori, se fosse bisognato, rimase sopra di sè un momento, poi disse ai due che lo seguissero; e s'avviò verso le sue stanze.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





Michele Romagna Fieramosca Fanfulla Elvira Consalvo Ettore Brancaleone Inigo Consalvo Valentino Consalvo