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      .. E rimasta qualche momento come balorda, le prendeva un brivido di raccapriccio, e diceva quasi fuori di sč: Se sapeste che orrore! esser sotterrata viva... esser affogata sotto un monte di cadaveri! vedersi addosso quei visacci dei morti, pieni di putridume, che ridono... Dio! Dio! ancora mi par d'esservi...
      E dicendo queste parole si stringeva addosso la sua protettrice, che a quel suo vaneggiare, conoscendo inutili i discorsi, l'abbracciava e con atti amorosissimi si studiava di racquetarla.
      - Oh signora mia! - proseguiva Ginevra nascondendole il capo in seno, - non so quel che mi dica: m'accorgo che dico spropositi, ma sono stata troppo, troppo assassinata!... e non lo meritavo! Che cosa gli avevo fatto perchč mi trattasse cosė?... E la Vergine Santissima m'aveva promesso di condurmi a salvamento... l'avevo pregata tanto di cuore!... e poi abbandonarmi?... Č vero, sono stata una sciagurata... ma pių infelice che colpevole... oh sė! pių infelice assai! Perchč il cuore, lo so io, come me lo sentivo... e quel che ho sofferto non lo sa altri che io...
      - Sė, cara, lo credo, - rispondeva Vittoria, - ma quietatevi, e non dite che la Vergine v'abbia abbandonata: non vedete che m'ha mandata per asciugarvi le lagrime e ristorarvi dei vostri affanni? Ecco ch'io sto qui con voi: non vi lascio; e se ciō vi basta, non dubitate che v'abbandoni. Ma se il vostro caso domanda altri ajuti; se s'ha a castigar chi v'ha oltraggiata, se v'č qualche disordine da rimediare, parlate... fidatevi di me.


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Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





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