Pagina (267/322)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vedendo il buon Segredo che il cavallo stava per varcar i limiti ch'eran segnati intorno da grossi pezzi di macigno, si buttò a terra; e quantunque per la difficoltà del salto, e forse perchè gli anni lo rendevano meno agile, cadesse in ginocchio, si difendea arditamente da due uomini che a cavallo lo combattevano. Ma la spada gli andò in pezzi, e non trovandosi altr'arme, ed essendogli riuscito vano il rifuggirsi fra' suoi che si trovavan distanti, dovette arrendersi e ritirarsi dal campo. La cosa era però andata tanto coll'onor suo, che da tutti fu lodato, e compianta la sua disgrazia. Dopo quest'accidente seguitandosi a combattere parve che la fortuna andasse inclinando alla parte Spagnuola. A molti Francesi erano stati uccisi i cavalli: e qui è bene d'avvertire il lettore che, malgrado le antiche regole cavalleresche, si soleva spesso in queste disfide esser prima d'accordo di poterli ferire, onde fossero più vera immagine della guerra, ove non più o rarissimo s'usava questa cortesia, e per mostrare anche maggiormente la perizia de' combattenti. Dopo due ore di menar le mani, i padrini fecero dar nelle trombe, così divisa la zuffa accordarono un breve respiro.
      Gli Spagnuoli erano tutti a cavallo, ed alla loro truppa non mancava che Segredo. De' Francesi un solo s'era dovuto dar prigione, ed in ciò eran pari, ma giacevan sul campo sette de' lor cavalli uccisi. Bajardo però era ancora in sella. Dopo una mezz'ora di riposo fu ripreso il combattimento, e, malgrado gli sforzi degli Spagnuoli, i loro nemici si mantenevano quasi direi trincerati dietro i corpi de' cavalli, sui quali que' degli avversari, benchè ammazzati di speronate, non vollero mai passare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta
(Racconto)
di Massimo d'Azeglio
Borroni e Scotti
1856 pagine 322

   





Segredo Spagnuola Francesi Spagnuoli Segredo Francesi Spagnuoli Bajardo