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      Ne saria gran fatto à dire, se osserveremo ben tutte le note, che le si danno, di grandezza poco meno dell'Elefante, & dell'esser brutto, & pigro, & con la testa di porco, che egli sia veramente il Rhinocerote, che già di sopra noi habbiamo descritto quasi con l'istesse note, & rifiutato per Alicorno. Di quelli poi, che sono stati de tempi nostri, Aluigi Cadamosto scrive nella sua navigatione al capitolo cinquantesimo, che in una certa parte del mondo nuovo, si truovano gli Alicorni, & che vi si pigliano vivi.
      Ma perche costui non viene altramenti al particolare, senza farvi altro giuditio, verremo alla descritione di Lodovico Barthema Spagnuolo, il quale nel viaggio, ch'egli scrive dell'Etiopia, & nel mar rosso, descrive questo animale chiarissimamente, & con tutte le fattezze conformi à quelle, che gli antichi li dettero. Dicendo egli, nella Mecha, città principale dell'Arabia, & pubblico porto di tutte le mercantie di Oriente, haver visto ne i serragli di quel Re due Alicorni, uno à guisa d'un cavallo di trenta mesi, & l'altro d'un puledro d'un anno, con un sol corno in fronte, quello del primo lungo tre braccia, & di quel piccolo due; ha il color d'un caval baio, il capo di Cervo, il collo corto, pochi crini, le gambe sottili, & l'ugne quasi di Capra, & spartite. Et soggiugne, che questi animali si sogliano mandare à donare al Re della Mecha dal Re d'Etiopia. La quale è buona relatione, se non che ella ha di bisogno di dichiaratione in due, ò tre cose, nelle quali questo autore è differente da quel, che scrivono Plinio, & Eliano.


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L'alicorno
di Andrea Bacci
1573 pagine 78

   





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