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      Pone questa historia Alberto Magno, nella quale (come io credo) imitò Isidoro, il quale nel libro XII delle Etimologie al cap. II dice chiaramente, che questa cosa è affermata da molti con giuramento, & che in effetto l'Alicorno si piglia così; & che si doma mentre gl'è giovine. Ma salva la buona gratia di questi due autori, questa allegoria, che si ponga per la castità non può stare, & la sudetta historia è molto lontana, se non contraria, dalla natura dell'Alicorno. Il quale, per quanto habbiamo inteso, secondo Eliano, che in questa parte è il piu autentico scrittore, che ne scriva, tiene inimicitia contra le sue femmine, & che però egli va sempre solo per deserti, & luoghi inaccessibili: eccetto che nel tempo, che vanno in amore, perche (come chiaramente dice Eliano) allhora il maschio diventa alla femmina piacevole, & per forza d'amore deposta ogni ferocità, vien con esse alla pastura, & conversa con loro, fin che le sente gravide, & che ritornato nella sua fierezza di prima, se ne ritorna alla foresta. Et in questo è fondata la allegoria dell'Alicorno in braccio à una vergine: cioè per una figura significante (secondo me) una delle forze d'amore, che si come l'Alicorno per fera asprissima, & inimica, che e' sia delle femmine, con tutto ciò viene sforzato tal volta à cedere, & rendersi lor vinto per amore; cosi, & molto maggiormente habbia egli possanza ne' cuori degli huomini, quando si dice haver abbassata l'alterezza degli Dei, & addolcita la fierezza d'Hercole, & volta la crudezza di Xenocrate, & la sapienza di Salomone.


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L'alicorno
di Andrea Bacci
1573 pagine 78

   





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