Pagina (5/118)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Poi, a un pezzo per volta, renò le posate, le asciugò e le ripose.
      Quando l'acqua fu a bollore, la versò adagio adagio nel catino, e cominciò dal rigovernare i piatti meno unti, per arrivar quindi ai tegami e alle marmitte.
     
     
     
      E quando tutto fu pulito, risciacquato e lustro, l'Eduvige mise altri due tizzi di carbone nel fornello, coprì il fuoco con una palettata di cenere, affinchè non si consumasse troppo, e socchiuse la finestra. Poi andò a lavarsi, a mettersi un bel grembiulino bianco e aspettò il babbo con una certa impazienza.
      Quando tornò, la mamma si svegliava proprio allora e chiedeva da bere.
      Il signor Ernesto corse in cucina per attingere una mezzina d'acqua fresca, e la bambina dietro. Non appena egli vide tutto quell'ordine e quella pulizia, si volse stupito all'Eduvige e domandò:
      - Chi c'è stato?
      - Nessuno! rispose la bambina sorridendo.
      - O chi ha fatto le faccende?
      L'Eduvige saltò al collo del babbo e gli disse in un orecchio:
      - Sono stata io!
      Figuratevi la contentezza di quel pover'uomo! si tenne abbracciata strinta la sua bambina e andò, lieto di quel caro peso, in camera della moglie, alla quale raccontò tutto.
      La mamma, commossa, fece seder sul letto l'Eduvige e la ricolmò di carezze.
      La nostra amica aveva provato dei bei momenti in vita sua, specie quando gli zii di Roma le mandavano a regalare un bel libro, un vestito nuovo o una scatola di chicche. Ma un momento compagno a quello non lo aveva provato mai; mai, neppure quando per la distribuzione dei premi il sindaco le dette, proprio con le sue mani, una bella medaglia d'argento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lezioni e racconti per i bambini
di Ida Baccini
Edizioni Trevisini
1882 pagine 118

   





Eduvige Ernesto Eduvige Eduvige Eduvige Roma