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      Allora il contadino procede alla segatura: lega il grano in tanti fasci o covoni, lo trasporta nell'aia, e lo batte fortemente con lunghe canne, per separar la paglia ossia i gusci, dai chicchi, i quali vengono riposti nelle sacca o portati al mulino.
      Il grano non serve solamente alla fabbricazione del pane, ma anche a quella delle paste, con le quali si fanno le minestre: ci dā, inoltre, l'amido con cui insaldiamo la biancheria, la crusca, la paglia per molti usi, tra a quali va ricordata la fabbricazione dei cappelli.
      - Una volta, quand'ero malato, mi facesti un decotto d'orzo. La maestra mi disse che anche quello era una specie di grano.
      - Č verissimo. L'orzo č una biada molto utile e serve alla fabbricazione della birra: in alcuni paesi montuosi lo impastano insieme alla farina per farne pane, e chi lo ha assaggiato assicura che č assai buono.
      Tra i grani non bisogna dimenticare il formentone o grano turco, che ci procura quell'ottima farina gialla, colla quale facciamo polente, gnocchi, covaccini e dolci. In molti paesi dove non c'č grano, se ne servono anche per fare il pane: ma non riesce salubre e buono come quello che mangiamo noi.
      Il fusto del formentone č molto alto; e fra le sue giunture escono le pannocchie, le cui foglie servono a riempire i sacconi.
      La vena che si dā ai cavalli, il miglio, il panico e il riso appartengono anch'essi alla specie dei grani: ma la coltivazione del riso richiede terreni bassi, irrigati, paludosi, che vengono chiamati appunto risaie.
      Non č quindi sano l'abitare in prossimitā delle risaie e noi dobbiamo esser riconoscenti ai poveri coltivatori, i quali, astretti dal bisogno, vi menano una vita breve e travagliata.


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Lezioni e racconti per i bambini
di Ida Baccini
Edizioni Trevisini
1882 pagine 118