Pagina (72/118)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Lo rinnovò per il Corpus-Domini, per il Corpus-Domini di prima, quando le strade erano seminate di lauro, le finestre inondate dal sole di maggio e le campane di Santa Croce annunziavano la festa del Signore. Lo vedo sempre, esile, grazioso, elegante, coi piedini irrequieti, calzati da due microscopiche scarpette di pelle lustra, col cappellino di paglia di Firenze, dalla tesa rialzata, dai bianchi nastri svolazzanti.
      E la mamma! Come se ne teneva di quella creaturina! Quando qualcuno si soffermava a guardarla, la povera donna diventava rossa come una viola e sorrideva. Avrebbe sorriso a tutti, anche a un malfattore.
     
      Sono passati tanti, tanti anni! Il babbo non legge più il Clasio e il posto di Guido è vuoto. Per un tacito accordo, il suo nome non è mai pronunziato.
      Spesso la mamma interrompe il suo eterno lavoro a maglia e dice:
      - Dovresti divagarti, Gemma...andare al teatro...
      - Il mio posto è accanto a te, rispondo è lì. - Parliamo pochissimo, ma c'intendiamo sempre.
      Una sera, la pigionale del secondo piano venne a raccontarci il fatto d'un giovinetto discolo che sedotto da perfidi amici, aveva lasciato la casa paterna e, come Guido, se n'era fuggito lontano lontano, al di là dei monti.
      La mamma faceva sforzi inauditi per non piangere e ci riuscì. Ma quando la pigionale ci ebbe lasciate, si alzò e andò in camera. Io le corsi dietro. Sapevo pur troppo quel che andava a fare. Aprì l'armadio e da un involto che sapeva di tanfo, tirò fuori un vestitino bianco, ingiallito dal tempo. Io nascosi il viso tra le mani e la mamma balbettò, piangendo dirottamente:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lezioni e racconti per i bambini
di Ida Baccini
Edizioni Trevisini
1882 pagine 118

   





Corpus-Domini Corpus-Domini Santa Croce Firenze Clasio Guido Gemma Guido Gemma