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      E forse fin d'allora crebbe il santo nome d'Italia, estendendosi dalla gente prima, o piú ardita nell'impresa, alle seguaci. Ad ogni modo questa incominciò e finí in poco piú d'una generazione, intorno al tempo dell'assedio di Troia [1150 circa]. I pelasgi, ricacciati al mare per la terza o quarta volta (dall'Egitto, dalla Palestina, dalla Ellenia ed or dalla Tirrenia od Italia), si dispersero per l'ultima volta, or pirateggiando, or rifuggendo in vari luoghi del continente e delle isole elleniche, e fino in Tracia, dove alcuni pochi serbarono gran tempo lor lingua, trovata barbara da Erodoto. Forse alcuni ne rimasero nell'Italia o penisola inferiore. Ma furono pochi per certo; ondeché di tanti sangui fin d'allora rimescolati nell'italico, non rimase certamente se non a stille il pelasgico. Rimasero sí comuni co' pelasgo-ellenici molte parole e numi, riti, costumi e simboli, e stili di belle arti.
      7. Magno-greci; immigrazioni terziarie [a. 1150 c.-600 c.]. - Oltreché, fosse per finir di cacciar di qua come da Troia gli odiati pelasgi, o fosse per imitarli e sottentrar loro dopo che furono cacciati, ad ogni modo gli elleni essi pure migrarono ripetutamente in Italia. - Le prime migrazioni elleniche si confondono colle ultime pelasgiche, in guisa da non potersi chiaramente distinguere. Pelasgiche od elleniche furono quelle di Evandro e di Pallante alle bocche del Tevere. - Ellenica forse quella di Ercole (eroe, mito, simbolo, a parer mio, dapertutto della lotta ellenica contro a' pelasgi), il quale dicesi approdato prima ai liguri, poi a quel medesimo Tevere.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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