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      Certo che anche prima di essi, in tutte le regioni incivilite di Grecia o d'Asia, furono vie segnate e fatte dal lungo passaggio; e certo che vi s'aggiunsero qua e lá tagli, argini, ponti, opere d'arte; ma colá non erano opere d'arte le vie intiere. I romani, all'incontro, le fecer tali fin da principio; e come vennero estendendosi nella penisola, vi fecero a poco a poco una vera rete di vie, non meno maravigliosa a quell'etá, di quel che sieno alla nostra le reti di strade ferrate, promosse da' romani moderni che dicemmo. Tanto s'assomigliano le operositá, le necessitá della civiltá quantunque diversissime! O piuttosto, tanto s'assomigliano le civiltá anche piú diverse! Lo spendere per il pubblico, il capitalizzare il lavoro delle generazioni presenti a pro delle avvenire, è proprio sempre di tutte le nazioni forti, che han fiducia nel proprio avvenire, di quelle che sono conscie di lavorar per sé, non per altrui.
     
     
     
     
      LIBRO TERZOETÁ TERZA: DEGLI IMPERATORI ROMANI
      (anni 30 av. G. C. - 476 dall'èra cristiana).
     
      1. Augusto [30 av. G. C.-14 dopo]. - Il ritorno d'Augusto e i quarantaquattro anni che seguirono di tranquillitá e d'ordine restituito, furono in Roma molto simili a quelli veduti a' nostri dí in Francia sotto Napoleone consolo. A' piú terribili e piú colossali turbamenti che sieno forse stati mai in niuna gran civiltá, succedevano clemenza, riposo, riordinamento. Le lunghe guerre, le proscrizioni aveano spenti i piú appassionati, rinnovata la generazione. Tutti erano stanchi, tutti capacitati dell'impossibilitá d'una restaurazione repubblicana, tutti della necessitá del principato.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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