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      Uno scrittor modernissimo attribuisce bensí a Gerberto l'introduzione delle cifre decimali dette "arabiche", attribuita giá a Leonardo Fibonacci; ma appunto il medesimo scrittore (Chasles) nega che fosse invenzione degli arabi. Il fatto sta, che questo secondo e vero risorgimento, detto "del mille", non fu se non del fine di quel secolo undecimo; e fu tutto ecclesiastico, di ecclesiastici scrittori e d'ecclesiastica coltura; non fu se non come un episodio, una parte, una conseguenza del gran risorgimento ecclesiastico che vedemmo incominciare sotto i papi tedeschi, ed ingrandirsi giá sotto a parecchi italiani, spinti a ciò probabilissimamente da quel grande intelletto, e massime gran cuore, grand'animo d'Ildebrando, che lo doveva compiere poi. E il fatto sta, che la parte letteraria di tal risorgimento fu quasi tutta italiana. I nomi di san Pier Damiano [988-1072], Lanfranco [1005-1089], sant'Anselmo di Lucca, oltre parecchi altri, e sopra tutti sant'Anselmo d'Aosta [1033-1109], che fu per due secoli, fino a san Tomaso, il piú gran teologo e filosofo d'Italia e della cristianitá, pongono fuor di dubbio questo antichissimo primato della coltura italiana; e confermano, del resto, ciò che sará forse giá stato osservato dagli attenti leggitori; che le grandi opere di Gregorio VII non furono di lui solamente, ma di parecchi insieme, di tutto il secolo di lui; che Gregorio VII, come tutti gli altri variamente grandi, non fu grande solitario ma accompagnato; il piú grande fra uno stuolo di grandi; un grandissimo che non disdegna né invidia gli altri, ma se n'aiuta.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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