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      Queste non si vorrebber porre nemmen nella politica, dove son piú dannose; ma caccinsi almeno dalle lettere, o almen almeno dall'arti, che sono universali di natura loro. - Ad ogni modo e in due parole, furono notevolissimi due risorgimenti di coltura italiana nell'etá che or lasciamo; quelli della teologia e dell'architettura; ed amendue evidentemente ecclesiastici.
     
     
     
     
      LIBRO SESTOETÁ SESTA: DEI COMUNI
      (anni 1073-1492).
     
      1. Gregorio VII e l'etá seguente, in generale. - Gli uomini veramente grandi, Camillo, Cesare, Carlomagno, Gregorio VII, hanno il privilegio di dar principio a nuove etá. È naturale: essi non furono cosí grandi, se non perché sorgendo i loro grandi animi in mezzo alla piú grande delle umane occasioni, quando le generazioni, stanche di lor cattive condizioni, hanno bisogno e desiderio di mutarle, essi seppero porsi a capo di tale desiderio, lo secondarono, lo guidarono, lo effettuarono. Gli animi nati grandi ma senza occasioni, gli animi nati grandi ma rivoltisi contro alle occasioni, non fanno frutto d'utilitá né di gloria; sono simili a que' semi sovrabbondantemente sparsi anche nella creazione materiale, affinché ne frutti dei mille uno, e gli altri manifestino l'oltrepotenza del Creatore. - La grande occasione in che sorse Gregorio VII, noi, se non ci siamo ingannati, l'abbiamo giá dichiarata via via. Da presso a tre secoli pativano i popoli, pativano e s'erano corrotti gli ecclesiastici universalmente, piú quelli d'Italia, piú di tutti quelli di Roma, per il mal inventato imperio, per il mal perfezionatosi sistema feodale; popoli e chiese, e chiesa romana principalmente, avevano desiderio, necessitá di uscir di tali patimenti e corruzioni, di liberarsi e restaurarsi.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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