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      La piú nobile delle nazioni ha nella sua storia meno esempi da imitare, meno memorie da resuscitare, che non qualunque delle sue serve antiche; noi siamo, bisogna saperlo vedere, nella condizione delle nazioni nuove che debbono imparare poco men che tutto da quelle che le precedettero in civiltá. E noi siamo tuttora quella fra tutte che ha piú bisogno di imparare la libertá rappresentativa; perciocché ormai, dall'ultimo tentativo in qua, non è piú, come sperammo, l'indipendenza che ci possa dare la libertá, ma la libertá che sola ci può condurre alla indipendenza. Ma, in compenso di questa utilitá positiva che le mancò, la storia nostra può avere almeno una grande utilitá negativa; quella di farci vedere i piú numerosi, piú vari sperimenti che sieno stati fatti mai da niuna nazione di governi diversissimi, e tutti infelici; quella di dimostrarci cosí, quasi dall'assurdo, la bontá, la necessitá del governo rappresentativo. Sappiamo trarne quest'utile almeno, e proseguiamo.
      5. Arrigo V [1106 1125]. - Ora, mentre venivasi costituendo il governo delle cittá (libero internamente, non indipendente di fuori, è necessario non perderlo di mente), veggiamo come ne usassero e lo difendessero poi. - Ad Arrigo IV succedette il ribelle figliuolo di lui Arrigo V, senza contrasto, anzi con applauso, della parte papalina in Italia. Ma fin dall'anno seguente trovasi rinnovata tra lui e Pasquale la contesa delle investiture ecclesiastiche; e continuare le guerre tra cittá e cittá, per l'Imperio o la Chiesa, pro e contra Matilde, per l'uno o l'altro vescovo, per altri interessi di vicinato; e moltiplicarsi tanto piú ora che avevano governo piú costituito.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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