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      Morto Arrigo il superbo nel 1139, Guelfo, fratello di lui, continuò la parte e guerreggiò contra Corrado; e finalmente andarono amendue [1147] a quella seconda crociata che, promossa con tanto zelo da san Bernardo, terminò cosí male. Ma tornatine i due, guerreggiossi di nuovo nel 1150; e vincitore Corrado si disponeva a scendere in Italia, quando morí nel 1152. Fu il primo imperatore che non iscendesse mai; furon quindici anni d'abbandono, di respiro, dal signore straniero. - Ma gli intervalli d'abbandono, di signoria non sentita, son quelli in che appunto gli improvidi italiani pensaron sempre meno a liberarsi; e que' nostri padri non si valsero di que' quindici anni se non a dividersi e guerreggiarsi tra sé piú e piú, per quegli interessi piccoli e presenti, che fanno improvidi gli uomini ai grandi e futuri. Morto Anacleto antipapa, continuò la parte di lui, e fu ridotta ad obbedienza per intervenzione di san Bernardo il gran pacificatore. Ma sorsero intanto nuovi turbamenti in Roma per Arnaldo da Brescia, un riformatore ostile e inopportuno della Chiesa, ultimamente e bene riformata da Gregorio VII e i successori. Fu condannato in concilio fin dal 1139, e combattuto anch'esso da san Bernardo. Continuò Ruggieri sue guerre di conquista e riunione del Regno, e gli fu confermato questo [1139] da papa Innocenzo II. E morto Innocenzo [1143], succedettergli Celestino II, Lucio II, Eugenio III, buoni pontefici, turbati da' grandi romani costituitisi in senato; imitazione forse buona de' nuovi Consigli di credenza, ma fatta risibile dalla formola di "senatus populusque romanus", che si riprese.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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