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      Se non che, qui come ad ogni altra occasione passata, presente o futura, lamenteremo sempre qualunque sminuzzamento del bello ed util Regno di qua e di lá dal faro, come di qualunque altro Stato italiano esistente. Ma che giova? Mentre si disperano e cercano riunioni l'une difficili, l'altre impossibili, si sminuzza ciò che è giá riunito. Sogni ed ire, sempre la medesima storia. Non solamente il desiderabile proseguito in luogo del possibile; ma niun criterio a distinguere ciò che sia desiderabile veramente, niuna costanza a desiderar le medesime cose; inconseguenza, inconsistenza, passioni. - Ferdinando poi non valse il padre: s'inimicò i baroni; e questi chiamarono un duca di Calabria figlio di Renato d'Angiò, che scese e si mantenne parecchi anni nel Regno. Ferdinando fu mantenuto dalla sapienza politica dello Sforza e di Cosimo de' Medici, che non vollero introdurre un nuovo straniero in Italia; ma si deturpò peggio che mai colle vendette, e col tradimento che fece a Iacopo Piccinino, accarezzandolo, traendolo a sé, ed uccidendolo, a modo di Venezia con Carmagnola [1465]. - Pochi mesi addietro era morto Cosimo de' Medici il gran cittadino di Firenze, il grande autore e conservator della pace in sua cittá e in Italia. Avea governato per mezzo di sua parte giá democratica, poi meno aristocratica, poi aristocratica sola; né aveva usurpati, o nemmen ritenuti carichi; anzi li avea dati e mantenuti a Neri Capponi, a Luca Pitti, a tutti i grandi minori di lui; avea portato il segno della vera e rara grandezza, non aveva avute invidie.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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