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      E da queste tre combinazioni diverse di preponderanze verranno poi naturalmente le tre suddivisioni di quest'ultima etá nostra. Nella quale non faccia specie se dimoreremo piú a lungo che nell'altre piú lontane. Cosí abbiam fatto, a disegno, fin da principio. Nelle storie scritte ad uso degli eruditi, si soglion cercare i particolari de' tempi quanto piú antichi. Ma nelle storie scritte ad uso comune, popolare, giovano all'incontro tanto piú i particolari, quanto piú son di tempi vicini, simili a' nostri, piú utili ad accennare ciò che sia da imitare, ciò che da fuggire. - E rimanendo ora nel primo de' tre periodi detti, ci par da notare che niuno forse mai quanto quello s'assomigliò ai tempi nostri. Una delle volgaritá di questi è di credere, che non somiglino a nessun altri, che non mai si sien veduti tanti e cosí grandi fatti, tante e cosí grandi novitá. Quindi poi due gravi errori, due politiche contrariamente esagerate e mediocri: di alcuni timidi, spaventati per sé, od anche candidamente per altrui, di quel moto che par loro anomalo, pericoloso, e a cui si fanno un dovere di resistere, senza eccezione né discernimento; di altri avventati e buonamente compiacentisi in ogni moto, in ogni novitá, e che si fanno un dovere di secondarle, di spingerle, senza discernimento pur essi. Non molti sanno vedere il proprio tempo qual è; non molti, che il nostro, pieno di fatti nuovi e progressivi senza dubbio, è perciò appunto simile ad altri tempi non meno pieni di tali fatti; diversi l'uno e gli altri in ciò solo, che i progressi posteriori son di lor natura pur ulteriori; ma di nuovo simili in ciò, che tra le novitá sempre le une son progressi, e le altre all'incontro arresti o regressi; e che quindi sempre ogni politica assennata debb'essere discernente, e constare delle due opere del secondare e del resistere.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750