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      Eustachio Rudio [prima del 1587], il Colombo [-1577] e il Cesalpini [1519- 1603] ed altri, insegnarono piú o meno fin d'allora in Italia la circolazione del sangue. Harvey, inglese, la dimostrò piú ampiamente, e divolgò poi [1619], e cosí n'ha gloria. Dicono i nostri: ingiustamente. Ma io non entrerei in siffatte dispute, quand'anche n'avessi luogo. Quasi tutte le grandi invenzioni furono fatte a poco a poco, cioè da parecchi in parecchi tempi e luoghi: ondeché la storia sincera di ciascuna può bensí riuscir piacevole ed utile elucubrazione a meglio intendere lo spirito umano, ed istradarlo ad invenzioni ulteriori; ma appunto non può forse esser fatta tale storia sincera, se non ismettendo le pretese personali, municipali e nazionali. Le quali poi chi rialza per farne una gloria, mi sembra farsi per lo piú una grande illusione. Le glorie disputabili non sogliono essere vere glorie; le due parole implicano contraddizione; le certe sole rimangon vere e grandi. - Certe poi sono quelle dei viaggiatori italiani che seguirono Colombo. Amerigo Vespucci fiorentino [1441-1512 o 1516] toccò forse al continente americano prima che Colombo; e sia per ciò, sia perché fece primo alcune mappe delle nuove terre scoperte, ebbe l'immeritato e vano onore di dar loro il nome. Intanto Giovanni Cabotto veneziano e suo figliuolo Sebastiano [nato a Bristol 1467] scoprirono per Inghilterra, e Giovanni Verrazzani fiorentino per Francia, l'America settentrionale. Ma questi furono gli ultimi grandi scopritori e navigatori italiani.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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