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      La gloria di compiere le scoperte passň d'allora in poi agli stranieri; e cosí ne passň ad essi tutto l'utile. Delle terre date alla civiltá da Colombo, Amerigo, due Cabotti e Verrazzani, non un palmo rimase all'Italia, non una colonia, non un commercio. Questo č forse il segno piú evidente della decadenza italiana, dell'esser passata a un tratto in ozio l'antica operositá di lei. Non basta dire, le scoperte d'America e del Capo, togliendo il commercio al Mediterraneo, lo tolsero all'Italia; bisogna dire, tolto il commercio al Mediterraneo, Italia oziosa non seppe seguirlo nelle nuove vie; e bisogna aggiungere, quand'anche il commercio riprendesse la via antica del Mediterraneo, questo commercio, queste vie, questo Mediterraneo non saranno per nulla dell'Italia, se ella rimane, com'č, oziosa o poco operosa, meno operosa in somma che le nazioni contemporanee. Il mondo č di chi sel prende; cioč degli operosi, cioč di chi opera per sé, cioč degli indipendenti.
      11.Continua.- Ripetiamolo pure, e sovente; toltine Machiavello e l'Ariosto, furono abbondanti, anzi che grandi, in questo secolo gli scrittori. Ma gli artisti, abbondantissimi e grandissimi insieme. Qui nell'arte č dove trionfa l'ingegno italiano; qui č innegabile, e conceduto da tutti, il nostro primato. Qui possiamo, anch'oggi, non uscir d'Italia, trovar tra noi tutto quanto č da studiare e imitare. E tutto l'ottimo poi il troviam raccolto nel Cinquecento, anzi in quella prima metá di esso di che qui trattiamo. E quindi non solamente non avremo luogo qui a dir tutti i notevoli, ma nemmeno a nominarli.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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