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      esente civiltá. Nel 1672, mosse guerra a Genova; ma non riuscí a nulla nemmeno esso, e si rifece pace nel 1673, per mediazione e minacce di Luigi XIV di Francia. Morendo [12 giugno 1675], fece aprir le porte del palazzo, per vedere il popolo suo che amava riamato. Fu de' pochissimi di casa Savoia, che non conducessero le armi sue. - Il resto d'Italia non ebbe in questo tempo nemmeno il solito vantaggio di giacere in pace. I ducati settentrionali, Parma, Modena, Mantova con Monferrato, furono attraversati da combattenti, e sforzati di prendere parte a quasi tutta la guerra fino alla pace de' Pirenei. Oltreché, essendo Ottavio Farnese carico di debiti, ed avendo ipotecato a' creditori il ducato di Castro e Ronciglione, papa Urbano VIII (forse per investirne i Barberini suoi nepoti) li sequestrò; e ne nacque, frammista alla guerra grossa, una piccola, in cui Venezia, Modena e Toscana mossero per il Farnese [1641-1644], finché fu fatta pace [1644]. Ma succeduto a Ottavio Ranuccio II figliuolo di lui, e guastatosi per la nomina di un vescovo con papa Innocenzo X, si riaprí la guerra; e questi sequestrò di nuovo Castro e Ronciglione, che furono incamerati e ritenuti, anche dopo la pace ed altri trattati, per sempre, dalla Santa Sede. E rimase confermata la riunione d'Urbino alla morte di Francesco Maria, l'ultimo Della Rovere [1636]. D'allora in poi, da due secoli in qua, gli Stati della Santa Sede furono tali quali sono ora (salvo che l'Austria occupa ora militarmente Ferrara, e stabilmente un lembo di Oltrepò). - In Modena successero Alfonso IV, figlio di Francesco I [1658], e Francesco II, figlio di Alfonso IV [1662].-In Mantova e Monferrato, giá diminuito, successero Carlo II figliuol del primo [1637], e Carlo III (che vedrem l'ultimo di quella terza schiatta di Monferrato) figliuol del secondo [1665]. - In Toscana, al pacifico e letterato Ferdinando II succedette il pacifico e letterato Cosimo III [1670]. - In Roma, ad Urbano VIII Barberini, succedettero, Innocenzo X [Panfili, 1644-1655], che perseguitò i nipoti del predecessore, e ingrandí i suoi; Alessandro VII [Chigi, 1655-1667], che non volle dapprima ma finí con nepotizzare egli pure, e che per una zuffa di servitori di casa sua e dell'ambasceria francese, ebbe a soffrir le prepotenze di Luigi XIV e fargli scuse; Clemente IX [Rospigliosi, 1667-1670], e Clemente X [Altieri, 1670-1676], nepotisti essi pure.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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