Pagina (470/750)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Juan Juanez, il divino Morales ed altri numerosissimi, fra cui s'alza quella triade di Ribera, Velasquez, e sopra tutti Murillo, fanno una scuola ridivisa in altre cosí ricche d'artisti e di mirabili opere d'arte, che non ha l'ugual finora in Francia, Fiandra, Olanda, Germania, o peggio, Inghilterra. E tutto ciò era fatto, ed anzi, giá finito, giá decaduto al finir del secolo decimosettimo. - Seguí seconda delle colture derivate dall'italiana nuova e dall'antica risuscitata, la inglese. Il grandissimo Shakespeare e il gran Bacone sono tutti e due del principio del secolo decimosettimo, quando non era vero fior di coltura fuori d'Italia e Spagna. E il primo prese dall'una e dall'altra i soggetti, i modi, tutte quelle quasi materialitá dell'arte che i sommi non si dan guari fatica a mutare (come fanno i piccoli che non posson altro), certi che sono quelli di riuscir grandi con qualsiasi strumento in mano. Bacone poi egli pure prese molto da' nostri, dal suo contemporaneo Galileo principalmente; e se non temessi cadere anch'io in quel vizio uggioso di attribuirci noi cosí ricchi le glorie altrui, direi che prese tutta l'essenza di sua gloria, il metodo sperimentale, non solamente giá inventato, ma praticato da Galileo. E terzo grande di quella gran coltura trovasi poi, a mezzo il secolo decimosettimo, Milton, che anch'egli fu e si professò italiano in molte parti, che fu dantesco in alcune, benché poi, come tutti i grandi, simile a sé solo in quelle che fanno sua grandezza. E finalmente sorse verso la fine del medesimo secolo, quarto grande di colá, grandissimo dappertutto, Newton.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





Juanez Morales Ribera Velasquez Murillo Francia Fiandra Olanda Germania Inghilterra Shakespeare Bacone Italia Spagna Galileo Galileo Milton Newton Bacone