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      Sempre, dappertutto s'affettaron le lingue de' piú colti ne' paesi piú incolti: né giovano scandali ed esortazioni; il solo rimedio che vi sia, è scriver bene ed utilmente anche noi; il solo modo di porre o ripor una lingua alla moda, è di porla o riporta all'opera, dico a molta e grande opera. - E di famiglia piú che mai italiana furono l'arti francesi; e tali si mostrarono principalmente i due sommi artisti di colá, Poussin e Claudio, che vissero in Italia, e ritrasser figure e paesi tutto italiani; e tutti gli altri poi, i quali, salvo Lesueur, studiarono e imitarono in Italia. Ed in Francia pure tutto ciò era fatto in poco piú di cinquant'anni, al chiudersi del secolo decimosettimo. Ma in Francia neppure non era finito; che anzi (mi duole il dirlo per que' misogalli che or abbondano tra noi, ma troppo tardi di mezzo secolo), che anzi, non fu mai colá niun intervallo o riposo, non fu piú una sola generazione letteraria o scientifica senza i suoi grandi, fino a' nostri dí. - Ed ora, senza contare le colture minori, né la germanica allor sorgente in Leibnizio, ora, dico, che si fece, in che si progredí egli contemporaneamente in Italia? in quell'Italia madre della coltura antica latina presa allora a modello universale, madre del risorgimento di quella, madre della sola coltura moderna che fosse stata da tre secoli, stipite dunque indubitato di tutte quelle colture straniere or cosí splendide? In Italia caddero allora piú o meno tutte quante le colture; caddero le une a un tratto, le altre a poco a poco ma pur pronte, tutte quelle lettere che giá trovammo costanti compagne delle libertá interna ed esterna, la poesia


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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