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      Certo, che il seicentismo pare aver colá preceduto il Seicento come e piú che da noi; e certo è che vi giunse a' medesimi o maggiori eccessi, e v'infettò piú grandi, Lope e Calderon istessi: ed io direi lo stesso Cervantes; se non che mal si distingue in lui, ciò che ei n'abbia da senno o per celia. Ad ogni modo, non è dubbio, il seicentismo ebbe allora suo regno piú o men lungo e piú o meno assoluto, e suoi nomi particolari in ogni paese; "gongorismo" in Ispagna, "eupheismo" alla corte d'Inghilterra, e stile, modi, donne ed uomini "preziosi" a quella di Francia ed al palazzo Rambouillet.
      20.Continua . - Lontani poi d'ogni affettazione come scrittori, e superiori in tutto a' lor contemporanei italiani, furono i cultori di scienze materiali, Galileo [1564-1641], Torricelli [1608- 1647], Viviani [1622-1703], Cassini [1625-1712], Redi [1626- 1697], Malpighi [1628-1694], Magalotti [1637-1712], Vallisnieri [1661-1730]: ma grandissimo fra essi, motor di essi, anzi di tutto il progresso scientifico che si palesò a que' tempi, Galileo. Attese nella prima gioventú alla musica, al disegno, alla poesia, alla medicina. Ma venuto per istudiar questa a Pisa, studiò matematiche; e nel 1589 ne fu eletto professore. Subito lasciò l'orme antiche, professò con novitá; e subito ne portò le pene solite, l'ira di coloro che non sanno o non voglion esser nuovi, l'invidia de' mediocri che si paragonano da vicino. Intanto, come pur succede, era onorato da' piú lontani. Chiamato a Padova, v'andava nel 1592 e vi rimaneva fino al 1610; in che pubblicava il Nuntius sidereus.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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