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      - Agitatissimi, all'incontro, furono in questo tempo il governo degli ultimi Medici e Farnesi in Toscana e Parma, per li patti fatti, come dicemmo, nel 1720 dalle potenze straniere per quelle successioni. Non consultati, non consenzienti, protestarono e negoziarono a lungo in tutta Europa, inutilmente. In Toscana morí [31 ottobre 1723] Cosimo III Medici e successegli suo figliuolo Gian Gastone, vecchio giá di cinquantadue anni, senza figliuoli, e principe coltissimo, ma perdutissimo di costumi. Resistette gran tempo alla successione dell'infante don Carlo; vi s'arrese finalmente per trattato dei 25 luglio 1731, protestò contro segretamente, pretese (un po' tardi) restituir la libertá fiorentina, ricevette guarnigioni straniere, e finalmente l'infante, l'erede stesso [dicembre 1731]. - In Parma, morto il duca Francesco addí 26 febbraio 1727, succedettegli il fratello Antonio vecchio di cinquantasette anni, il quale protestò pur egli contro alla successione impostagli, e prese moglie l'anno appresso ma non ebbe figliuoli, e morí al 10 gennaio 1731. Quindi gl'imperiali preser possesso del ducato, e lo diedero secondo i trattati all'infante don Carlo, che vi venne in ottobre 1732. - Ma questo fu il secolo delle successioni contrastate; e se alle piccole de' principati italiani bastò la diplomazia, alle piú grosse furono necessarie le guerre. Aprissi quella del regno di Polonia per la morte di Federigo Augusto di Sassonia, succeduta addí 1 febbraio 1733. Ognuno sa che presso a quella nazione valorosa, ma pur troppo impolitica, e perciò da gran tempo infelice, le successioni regie si facevano nella impolitica forma delle elezioni.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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