Pagina (525/750)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma col fermarsi i progressi della Riforma, collo scemare i pericoli che ci venivan da lei, scemò l'utilitá europea de' gesuiti; e scemò la puritá della loro operositá. Certo, o mi pare, tra le vicende della lega in Francia essi non furono giá incolpevoli. Né il furono quando, cessate le guerre religiose, essi portarono le medesime arti, i medesimi fervori alle corti di Luigi XIV, di Giacomo II, e in altre. I conventuali d'ogni sorta furono chiamati per necessitá nei pubblici affari, ai tempi che essi erano soli colti, che soli quasi sapean leggere e scrivere. Ma subito che altri furono a saper leggere e scrivere, e i religiosi ebber cosí perduto questo vantaggio, essi furono naturalmente gli uomini meno atti al mondo, meno educati e conformati a' pubblici affari; le loro solitudini, le loro educazioni, le loro occupazioni ne li rendono incapacissimi. Molti ammirarono, or lodando, or esecrando, le destrezze, l'abilitá, la politica de' gesuiti: ma essi furono forse i piú impolitici, i piú mal abili degli uomini; mal abili in generale agli interessi secolari che non poterono imparar ne' loro collegi; mal abili in particolare agli interessi politici che sono i piú difficili della vita secolare; abili soltanto, o poco piú, che ai loro interessi propri famigliari, cioè a quegli accrescimenti di sostanze, di fortuna, od anche di credito e di fama, che sono, come si vede nel mondo, la infima delle abilitá. Se fossero stati abili, essi avrebbon fuggita non che la politica, ma fin le apparenze della politica, che non era, che non doveva essere loro ufficio, che doveva essere, che fu lor perdizione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





Riforma Francia Luigi XIV Giacomo II