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      Peggiore e durevole fu che attese poco e male ad ordinar niuna milizia stanziale, che trascurò o disprezzò questa quasi spesa inutile in uno Stato piccolo ordinato ad economia e filosofia, e che tramandò questa trascuranza e questo disprezzo a' posteri principi e popoli, i quali n'han portate le pene, e non se ne correggono perciò. Del resto, il Botta (libro L) ha tolto da uno scrittore straniero il cenno d'un governo deliberativo, che si pretende essere stato ideato da Leopoldo per Toscana; e non vedendo effettuata tale idea, il Botta dubita poi, se Leopoldo l'avesse veramente o se la lasciasse, "visti i mali prodotti da quelle assemblee in paesi illustrati da sole caldo". Ma s'ei l'ebbe e la lasciò, io crederei piuttosto ei la lasciasse per la solita ripugnanza che hanno i principi, che aveano particolarmente quelli del secolo scorso, a far concessioni. Ad ogni modo, morto Giuseppe II nel 1790, passò Leopoldo ad Austria ed all'imperio, e gli succedette in Toscana suo figliuolo Ferdinando III. - In Parma e Piacenza entrò a signoreggiar l'infante don Filippo per la pace d'Aquisgrana [1748]; e governò sotto lui Dutillot, un francese, de' filosofi di quel tempo, che anch'egli fece riforme ecclesiastiche e buoni ordinamenti civili, e chiamò letterati d'altri paesi d'Italia e di fuori, fino alla morte del duca Filippo [18 luglio 1765], e poi durante la minoritá del duca Ferdinando figliuolo di quello. Ma cresciuto questo e preso il governo, cacciò Dutillot, e rimutò ogni cosa; da grandi contese, a grandi arrendevolezze per Roma; da progressi, a timiditá, immobilitá. - In Modena signoreggiò il duca Francesco III fino al 1742, e gli succedette poi Ercole Rinaldo ultimo degli Estensi, principe buono, e che solo forse de' contemporanei non contese con Roma, ma che fu poco riformatore e gretto principe.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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