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      Gli antichi repubblicani greci e romani, tutti quanti, sospendeano la repubblica, il poter popolare, quando aveano a ricostituir lo Stato; concentravano per a tempo il governo legislativo in un solo uomo o pochissimi, un Licurgo, un Solone, un dittatore, i decemviri. I repubblicani italiani del medio evo, benché tanto dammeno, seppero pur sovente fare il medesimo, crear balie di pochi, per le moltiplici mutazioni di Stato che vollero fare e fecero. Fu riserbato ad un'etá, che era progreditissima sí in molte cose, e si credeva ma non era nella politica interna dismessa da due secoli, il cader nell'errore grossolano di dar a fare una mutazione di Stato, una rivoluzione, una legislazione o costituzione ad un'assemblea popolare, di creare, nome novissimo, un'assemblea costituente. Questo errore trasse a tutti gli altri, alle colpe, ai delitti, agli scempi, alle nefanditá che tutti sanno, che tutti i buoni aborrirono e vituperarono giá, che ora è venuta una colpevol moda di lodare o scusare, o almeno non vituperare. La bontá dello scopo ideato da principio, ed arrivato all'ultimo, fa quest'inganno nelle generazioni presenti, dimentiche de' fatti intermediari; e cosí noi liberali prendiamo quel brutto vizio, che condanniamo pure in altrui, di scusar i mezzi dallo scopo. Ma, mi si perdoni o no, io non mi vi arrenderò: brutto è giá l'arrendervisi tra le concitazioni della pratica, ma piú brutto nella tranquillitá dello studio; qui sarebbe premeditata adulazione per un po' d'applausi.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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