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      - Se niuni poi, certo erano i principi e i popoli italiani in diritto, in dovere di difendersi da tali assalti; aggiugnevasi, ad essi deboli e vicini, il pericolo sommo che ne veniva a lor indipendenza nazionale. Eppure, vergogna italiana simile a quella del 1494, come allora era stata lasciata quasi sola Napoli minacciata dagli stranieri, ed aveano titubato o barcheggiato gli altri, Savoia, Venezia, Firenze ed Alessandro VI, cosí ora fu lasciato solo Piemonte all'aiuto straniero austriaco, e barcheggiaron Genova, Venezia, Firenze, Napoli e Pio VI; tutti quanti. Ciò i governi; né furono migliori, piú sodi e piú politici i popoli nostri; gridaron gli uni pace, sempre pace, cioè ozio, finché la guerra non si fu appressata a poche miglia, e cosí affievolirono, invilirono i governi giá fiacchi e vili; e gli altri, i liberali di quell'etá (e diciam pure a consolazion nostra, che non portavano per anco tal nome, ma quelli di "repubblicani" o "giacobini"), fecer turpe alleanza di desidèri, di grida e di congiure colla turpe libertá, cioè colla mostruosa tirannia popolare francese. Diciamolo d'un tratto, non fosse altro
      , per abbreviare, e non tornarvi: principi e popoli, governanti e governati italiani della fine del secolo decimottavo, furono (salvo pochissime e tanto piú onorevoli eccezioni personali) insufficienti alla terribile occasione, mostrarono l'insufficienza delle riforme fatte lungo il secolo.
      32. Continua. - Nel 1792 (morto giá Leopoldo imperatore al primo marzo, e succedutogli suo figliuolo Francesco II), si mossero gli alleati contra Francia dal Reno.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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