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      cre il principe loro. Gl'italiani soli nol seppero; e perciò i figli loro rimangon l'ultima fra le nazioni della cristianitá europea; ché in quegli anni di cui narriamo furono poste le fondamenta di quell'edifizio europeo restaurato che ancor dura. - Ai 15 aprile 1813, Napoleone ripartí di Parigi per riprendere il comando della grande armata; e pari militarmente o superiore a se stesso, vinse al 1° maggio russi e prussiani in gran battaglia a Lutzen; addí 20 e 21 a Bautzen. Fecesi tregua, trattossi pace, non fu possibile niun accordo; si ricominciò la guerra, unita ora Austria alla crescente alleanza contra Francia. Addí 27 agosto, russi, prussiani ed austriaci assalgono Napoleone in Dresda, e sono vinti, respinti; e vi muor Moreau, mal venuto dall'esilio d'America a porsi tra le file dei nemici di suo paese. Ma vinto e preso pochi dí appresso Vandamme con un grosso corpo francese in Boemia, e riaffollandosi gli eserciti alleati contro a Napoleone, ei poté sí tenerli a bada alcun tempo; ma soverchiato finalmente dal numero, fu sforzato a ritrarsi. E concentrato l'esercito a Lipsia, fu vinto ivi in una battaglia di tre dí [16, 17, 18 ottobre]. Questo fu il fine, questa la piú bella battaglia della grande armata. Alcuni di que' panegiristi che cercando vanti falsi trascuran i veri, e guastan cosí fin le glorie degli eroi, vantano la grand'armata quasi non vinta mai; se non dalle stagioni, dal vento o che so io. Fu vinta essa, ma non dal vento, fu vinta dal numero de' nemici, dagli abbandoni degli alleati, dalla spossatezza propria; fu vinta, magnificamente perdurando, che è la piú grande delle glorie militari, politiche, umane.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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