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      E il primo avea raccolto un esercito di francesi e italiani, e portatolo oltre ai limiti del regno nelle province illiriche, fin sulla Sava e la Drava [agosto]. Ma ivi pure era un forte esercito nemico; ne erano da tutte parti. E cosí, il franco-italico ebbe a ritrarsi ricalcando addietro lentamente quella via, corsa avanzando tante volte da pochi anni; dalle Alpi all'Isonzo, al Tagliamento, alla Piave [11-31 ottobre], e finalmente all'Adige e Verona [9 novembre]. E lí si fermava, ed indi riusciva a vincere una volta ancora a Caldiero [15]; e lí intorno perdurava poi e guerreggiava tutto quell'inverno. Non cosí Gioacchino; il quale, giunto a Napoli [5 novembre], trattò con gli alleati nemici di Napoleone, e ragunando un esercito napoletano, occupava Roma, Toscana, Ancona, Bologna, lasciate da' francesi; mentre una squadra inglese veleggiava minacciando e tentando sbarchi sulle coste di Tos
      cana [dicembre]. E parlava Gioacchino d'indipendenza italiana; e di essa pure gli inglesi. Ma gl'italiani non badavano al primo; ché la generosa parola, per farsi ascoltare e trarsi addietro gli animi e le braccia, vuol esser bandita generosamente da uomini generosi; né era tale certamente Gioacchino in quel momento, che tradiva Napoleone suo creatore. E quanto agli inglesi, essi, per vero dire, fin dal giugno dell'anno addietro, avean fatto dare una costituzione rappresentativa simile alla loro in Sicilia da re Ferdinando; cosicché Carolina, nemica di tali novitá, se n'era fuggita per Costantinopoli ad Austria, e re Ferdinando avea lasciato il governo a suo figliuolo.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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