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      Ma, fosse colpa degli inglesi dispregiatori talora ed offensori de' popoli che beneficano, o degli italiani pregiudicati contro di essi per le continue calunnie mosse loro da Napoleone e da' francesi di que' tempi, o che in somma non fosse entrato bene ancora il gran pensiero negli animi italiani, il fatto sta che non si mossero questi nemmeno a quel grido d'indipendenza. I tempi, anche vicini, sono talora diversissimi tra sé. Corsi pochi anni, quel grido sollevò l'Italia intiera: corsi pochi altri, ella, forse pur intiera, combatterá. - Finalmente, addí 20 dicembre 1813, gli alleati passarono il Reno, entrarono in Francia; guardinghi e quasi tementi, principi e generali; ebbre di trionfo e vendetta (ma almen vendetta dopo la liberazione) le popolazioni straniere; massime le germaniche affollate in quegli eserciti. I francesi, spossati da ventidue anni di guerra, non difesero la loro indipendenza sotto al signore, come avean fatto nuovi e liberi. Napoleone partí a' 25 gennaio 1814 da Parigi; combatté e vinse ogni dí per due mesi con cuore, con mente indomita, con arte degna del giovane generale del 1796. A Brienne, a Champaubert, a Montmirail, a Vauchamp furono giornate famose. Ma scemavano via via sue file, stringevasi suo campo di guerra intorno a Parigi; e si rinnovavano, all'incontro, s'accavallavano gli eserciti stranieri, e lo stringevano. Al fin di marzo ideò portarsi a spalle degli alleati, correr Francia orientale, raccogliervi le guarnigioni lasciate colá, e l'armata d'Italia.


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Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario
di Cesare Balbo
pagine 750

   





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