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      E Federigo II, uomo di poco o nulla inferiore all'avo, ed a malgrado la cessione delle regalie, potentissimo in Italia per aver redato dalla madre, ultima dei Normanni, il bel regno di Puglia e Sicilia; Federigo II, durante un regno di mezzo il secolo XIII, tentò invano sì di restaurar l'antica potenza imperiale, ma tenne alta la parte d'imperio contro i Guelfi, le città e i due gran papi Innocenzi III e IV. Finalmente, morto Federigo II, e prima disputandosi l'imperio fuor d'Italia tra Corrado IV figlio di lui, e Guglielmo d'Olanda, poi succedendo un lungo interregno, ed abbandonata così Italia a sè stessa, s'inasprirono ed estesero più che mai le parti; prendendo vigore, la Guelfa da tale vacanza d'imperio, la Ghibellina dall'essere retta da Manfredi, bastardo di Federigo II ed usurpator del regno di Puglia,* ma gran guerriero, gran principe. Allora più che mai a parteggiare i cittadini in ogni città, le città tra esse; ad appoggiarsi i cittadini men forti di ognuna ai più forti di qualche vicina; a rifuggire i cacciati dall'una all'altra; a tornare ricacciando i nemici a dividersi e suddividersi l'intera penisola, le provincie, le città, le famiglie; ed a posporsi così, a dimenticarsi quella che avrebbe dovuto essere la principal opera delle città, il compimento della indipendenza, e l'ordinamento difensivo di essa con leghe o confederazioni durevoli. Fecersene bensì alcune anche dopo quella di Pontida, ma patteggiate tutte per poco tempo, e non serbate nemmeno per il tempo patteggiato.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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