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      Che se tal contesa si paragoni a quella che cominciò poco dopo in Svizzera, tanto minore ne' suoi principii, ma tanto più costante ne' suoi progressi e più compiuta nel suo termine; ovvero a quelle molto posteriori delle città dei Paesi Bassi, o degli Stati Americani, tutte più compiute; o convien dire che ai nostri maggiori mancasse l'arte e fin l'idea delle confederazioni perenni; o che da quel funesto nome, da quella potenza dell'imperio, e dallo spirito ghibellino, fossero eglino trattenuti dal progredire in quella via così chiara dell'indipendenza perfetta.
      Nè bastarono tante cause ed occasioni di discordie: un'altra in breve vi s'aggiunse. Tutti que' Comuni, da principio e durante la loro lotta d'indipendenza, furono retti da' loro nobili. Questo pare indubitabile. Ma si disputa quali essi fossero e di quali schiatte; volendo gli uni, che discendessero molto dagli antichi Italiani o Romani; altri, che distrutti o spossessati questi dai Longobardi, Longobarde fossero, o Franche o Tedesche tutte le famiglie rimaste potenti nelle città; e che nobili o dei militi non si chiamassero se non le famiglie de' Vassalli o Valvassori o Valvassini, che aveano da' Carolingi in qua ricevuti benefizi o feudi. Io m'accosterei a questa ultima opinione; pur aggiugnendovi, che molte famiglie Longobarde, e forse alcune residue Romane, furon lasciate salire a quei gradi di vassallanza o nobiltà. Ad ogni modo, par certo, che come gli Scabini anteriori, così i consoli del secolo XII non si prendessero se non ne' diversi ordini di tali Vassalli, o tutt'al più fra gli Arimanni, che era il resto dei Longobardi.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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