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      E da tal saviezza o tranquillità maggiore vennero il commercio, le arti, le lettere meglio cresciute in lei, che nelle altre.
      E ne venne, fra gli altri e sopra gli altri, il nostro Dante. Il quale «nella puerizia sua nudrito liberalmente, e dato «a' precettori delle lettere, subito apparve in lui ingegno grandissimo, e altissimo a cose eccellenti. Quindi il padre suo Aldighieri perdè nella sua puerizia: niente di manco, confortato da' propinqui e da Brunetto Latini, valentissimo uomo secondo quel tempo, non solamente a letteratura, ma agli altri studi liberali si diede, niente lasciando indietro che appartenga a far l'uomo eccellente».38 Di Alighieri il padre siamo per vedere che viveva ancora alla fine dell'anno ottavo di Dante. Di donna Bella madre di lui non si vede fin quando sorvivesse. Di Brunetto Latini non solo confortatore, ma anche maestro di Dante, certo è che fu Guelfo costante. E così, con padre e famiglia e primo maestro, tutti Guelfi ripatriati, in città guelfa ab antico, ora esclusivamente guelfissima, negli anni de' grandi eventi e del massimo splendore di parte guelfa, crebbe Dante con impressioni certo tutte guelfe, benchè forse fin d'allora temperate nell'animo generoso di lui dagli eccessi guelfi. Ma prima di vedere l'effetto in lui di tali prime impressioni politiche, veggiamone un'altra di qualità diversa, più forte probabilmente fin d'allora, e certo poi più durevole.
     
     
      CAPO TERZO.
      AMORE E POESIA, IN PUERIZIA E ADOLESCENZA.
      LA PRIMA IDEA DEL POEMA.
      (1274-1289).


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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