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      .. E sebbene Dante in questo tempo era morto, potevano aver avuto, come spesso avviene fra gli amici, ragionamenti». Che Dante poi di sua mano disegnasse egli stesso, ci č ricordato in un luogo della Vita Nova, che recheremo poi; «e che egregiamente disegnasse,» ce lo afferma Leonardo Aretino, il secondo dei Biografi di lui, che potč forse vedere de' suoi disegni.88
      Ed ora si scorge quali fossero i progressi d'ogni maniera, lingua, poesia, prosa ed arti, gią fattisi al sorgere di Dante; e qual luogo gią distinto ei vi tenesse fin d'allora, intanto che v'ottenesse il primo. Ma vedesi che ei non fu, come dicesi da taluni, quasi astro solitario in notte nuvolosa, o rigogliosa pianta in deserto; chč queste sono immagini fantastiche e fuor di natura e veritą. Nč so terminare questo specchio della civiltą e dello splendore di Firenze nei primi anni di Dante, senza pur aggiungervi una narrazione del Villani, che mi sembra compiere il ritratto della vita colą vivuta. «Negli anni di Cristo 1283, del mese di giugno» (cosģ ai diciotto anni compiuti di Danle), «per la festa di S. Giovanni, essendo la cittą di Firenze in buono et pacifico stato, et in grande, tranquillo et utile per li mercatanti et artefici, et massimamente per li Guelfi, che signoreggiavano la terra, sģ si fece nella contrada di santa Felicita oltr'Arno, onde furono capo i Rossi con loro vicinanza, una nobile e ricca compagnia, vestiti tutti di robe bianche, con uno signore detto dello Amore. Per la qual brigata non s'intendea se non in giuochi et in solazzi, et balli di donne et di cavalieri popolani, et altra gente assai honorevoli, andando per la cittą con trombe et molti stromenti, stando in gioia et allegrezza, a gran conviti di cene et desinari.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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