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      Ad ogni modo, pur troppo gli astronomi non si contentavano allora di siffatte predizioni; ma forse appunto dalle predizioni effettuate degli eventi celesti traevano credito a quell'altre stolte degli eventi umani. Astronomia ed Astrologia erano allora una sola parola, e sovente una sola cosa; e furono grandemente protette da' principi e potenti di questo secolo, principalmente da Federigo II imperadore, e da Ezzelino tiranno. Ma fin d'allora la Chiesa, e con essa gli uomini più colti, e tra questi Dante nostro principalmente, condannarono sempre quella vana scienza. Dante mette gli Indovini nell'inferno col capo travolto alle spalle; e in tutto un canto li prosegue, nominando fra essi i principali del suo tempo in Italia:
      Quell'altro, che ne' fianchi è così poco,
      Michele Scotto fu, che veramenteDelle magiche frode seppe il giuoco.
      Vedi Guido Bonatti, vedi Asdente,103
      Ch'avere atteso al cuoio ed allo spagoOra vorrebbe, ma a tardi si pente.
      Inf. XX. 115-120.
      L'ultima, poi, delle quattro arti maggiori del quadrivio era la musica. Della quale forse alcuno si meraviglierà fosse compresa in quegli studi, che a noi paiono così diversi. Ma in questa, come in altre istituzioni del medio evo, per ispiegarle, ei si vuol ricorrere alle origini. E risalendo a quella dell'ordinamento degli studii, si vede che fu fatto nelle scuole dei vescovi e de' monasteri, e per li chierici od ecclesiastici; ai quali dopo i principii delle lettere eran pur necessari quelli del salmeggiare e del canto. È noto l'affaticarsi in ciò di Carlomagno, che trasse cantori di Roma in Francia; e, a dir degli storici, male riuscì ad addestrarvi le voci naturalmente stonanti de' suoi settentrionali.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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