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      Morì l'anno 1294.111 Giovanni Villani lo dice «uom di gran senno, grande filosofo, sommo maestro in rettorica, tanto in ben saper dire, quanto in ben dittare... Et fu dittatore del nostro Comune, ma fu mondano huomo. Et di lui havemo fatta mentione, perchè fu cominciatore et maestro in digrossare i Fiorentini, et farli scorti in bene parlare, et in sapere giudicare et reggere la nostra Repubblica secondo la politica.112» Vedesi in tutto, che fu il maggior uomo di lettere della generazione sua in Firenze. Ma qual differenza tra esso e il maggiore della seguente! È tanta, che la vera gloria del primo è oggi l'aver avuto il secondo per iscolaro.
      Ma, oltre alle sette arti, complesso dello scibile per più secoli, ed oltre alle scuole di esse, erasi da 150 anni incirca salito a scienze ulteriori, ed a quelle scuole raccolte, che allora si dissero studii ed ora diconsi università. Il primo di tali studii in Italia fu senza dubbio in Bologna, e sorse a poco a poco, come pare, intorno ad Irnerio; il quale verso il principio del secolo XII incominciò a insegnarvi le leggi, non più su' breviarii fatti ed usati durante la barbarie, ma sulle opere e le raccolte Giustinianee nuovamente disotterrate qua e là. Ad Irnerio succedettero nel medesimo insegnamento altri giureconsulti; e principalmente quei quattro, Bulgaro, Martino, Jacopo ed Ugo, che alla famosa dieta di Roncaglia tenuta da Federico Barbarossa, sedettero con lui e per lui contro le pretensioni delle regalie, perdute così in giurisprudenza, vinte poi colle armi dai Comuni.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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