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      153» E segue un vaneggiar vario, in mezzo a cui guardando verso il cielo, parevagli «vedere moltitudine di Angeli, i quali tornassero in su, e avessero innanzi loro una nebuletta bianchissima...., e questi Angeli cantassero graziosamente; e le parole che diceano, fossero queste: Osanna in excelsis.154» Chi voglia vedere come non solo gli eventi reali, ma pur questi sogni, o, chiamandoli colla parola di Dante, queste visioni giovanili, si riproducessero poi nel Poema, cerchi i diversi luoghi del Purgatorio e del Paradiso155 dove ei fa cantare Osanna dagli Angeli; e sopra tutti, quella che sembra particolar rimembranza di questo sogno, quando trovandosi nel cielo di Venere, ei vede gli spiriti innamorati muoversi in giro, e venire a lui:
      E dietro a quei che più 'nnanzi appariro,
      sonava Osanna, sì che unque poiDi riudir non fui senza disiro.
      Parad. VIII, 28-30.
      Pareagli poi veder la sua donna morta, «e compiere tutti i dolorosi mistieri, che ai corpi morti s'usano di fare»; e poi tornar a sua camera, e guardar verso il cielo; «e sì forte fu la mia immaginazione, che piangendo cominciai e a dire con voce vera: O anima bellissima, come è beato colui che ti vede! E dicendo queste parole con doloroso singulto di pianto, e chiamando la morte che venisse a me, una donna giovane e gentile, la quale era lunga il mio letto, credendo che il mio pianto e le mie parole fossero lamento per lo dolore della mia infermità, con grande paura cominciò a piangere; onde l'altre donne, che erano per la camera s'accorsero che io piangea, per lo pianto che vedeano fare a questa: onde facendo lei partir da me, la quale era meco di propinquissima consanguineità congiunta» (forse sua sorella moglie di Leon Poggi) «elle si trassero verso me per isvegliarmi, credendo che io sognassi, e diceamni: Non dormir più, e non ti sconfortare.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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