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      Ed ella, coronata e vestita d'umiltà s'andava, nulla gloria mostrando di ciò ch'ella vedeva ed udiva. Dicevano molti, poichè passata era: Questa non è femina, anzi è de' bellissimi Angeli del cielo. Ed altri dicevano: Questa è una meraviglia; che benedetto sia lo Signore che sì mirabilmente sa operare!»160 Ora, a molti sarà avvenuto d'udire tali benedizioni date alla bellezza di una donna passante per via tra le popolazioni rozze ma vivacissime de' paesi meridionali. Ma niuno seppe tradurre un fatto così consueto in così bella poesia come fece Dante:
      Tanto gentile e tanto onesta pareLa donna mia quand'ella altrui saluta,
      Che ogni lingua divien tremando muta,
      E gli occhi non ardiscon di guardare.
      Ella sen va sentendosi lodareBenignamente d'umiltà vestuta;
      E par che sia una cosa venutaDi cielo in terra a miracol mostrare.
      Mostrasi sì piacente a chi la mira,
      Che dà per gli occhi una dolcezza al coreChe intender non la può chi non la prova.
      E par che dalla sua labbia si movaUn spirito soave pien d'Amore*
      Che va dicendo all'anima: sospira.161
      Segue dicendo: «questa mia donna venne in tanta grazia, che non solamente era onorata e lodata, ma per lei erano onorate e laudate molte». Ed anche questo pensiero venuto a molti, ei traduce come nessuno:
      Vede perfettamente ogni salutechi la mia donna tra le donne vede;
      Quelle che vanno con lei, son tenuteDi bella grazia a Dio render mercede.
      E sua beltade è di tanta virtute,
      Che nulla invidia all'altre ne procede;
      Anzi le face andar seco vestuteDi gentilezza, d'amore e di fede.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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