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      Che mi tramuta lo color nel viso;
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      E sì fatto divento,
      Che dalle genti vergogna mi parte.
      Poscia, piangendo sol nel mio lamento,
      Chiamo Beatrice, e dico: or se' tu morta!
      E mentre ch'io la chiamo, mi conforta.166
      –––––
      E però, donne mie, per ch'io volesse,
      Non vi saprei dir bene quel ch'io sono;
      Sì mi fa travagliar l'acerba vita,
      La qual è sì invilita,
      Ch'ogni uom par che mi dica: Io t'abbandono;
      Veggendo la mia labbia tramortita.
      Ma quel ch'io sia, la mia donna il si vede,
      Ed io ne spero ancor da lei mercede.167
      –––––
      Quantunque volte, lasso, mi rimembraCh'io non debbo giammai
      Veder la donna ond'io vo sì dolente,
      Tanto dolore intorno al cor m'assembraLa dolorosa mente,
      Ch'io dico: Anima mia, chè non ten vai?
      Chè li tormenti che tu porteraiNel secol che t'è già tanto noioso,
      Mi fan pensoso di paura forte,
      Ond'io chiamo la morte,
      Come soave e dolce mio riposo;
      E dico: vieni a me; con tanto amoreChe sono afflitto di chiunque umore.168
      Certo nè Petrarca, nè Tasso fra gli antichi, nè Schiller, Byron o nessun moderno, non ebbero amore mai, od è altrettanto o più vero questo che s'esprime in tal modo.
      Ma il maggior suggello di verità di tutto ciò che precede alla narrazione di Dante, è senza dubbio ciò che segue in essa. Scorsi due anni e mezzo dalla morte di sua donna,169* e così in sull'ultimo del 1292, o al principio del 1293, Dante giovane d'anni 27, famigliare di giovani eleganti ed innamorati, prode milite di sua patria, testè tornato da imprese gloriose, già noto pe' versi d'amore i più belli che allor si facessero, e caro alle donne più che per tutto ciò, forse, per lo suo stesso gentile amore; vide una gentildonna giovane e bella molto, la quale da una finestra lo guardava molto pietosamente,170 e che poi ovunque lo vedea, si facea d'una vista pietosa e d'un color pallido quasi d'amore; onde molte fiate gli ricordava della sua donna, che di simile colore gli si mostrava tuttavia.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
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