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      Ed egli molte volte non potendo lagrimare, nè disfogare la sua tristizia, andava per vedere questa pietosa donna, la quale pareva che gli tirasse le lagrime fuori degli occhi per la sua vista.171 E venne a tanto che li suoi occhi s'incominciarono troppo a dilettare di vederla, onde molte volte se ne crucciava, ed avevasene per vile assai; e più volte bestemmiava la vanità degli occhi suoi172 «Recommi la vista di questa donna in sì nuova condizione, che molte volte ne pensava come di persona che troppo mi piacesse, e pensava di lei così: Questa donna è una donna gentile e bella e giovane e savia, ed apparita forse per volontà d'Amore, acciocchè la mia vita si riposi. E molte volte pensava più amorosamente; tanto che il core consentiva in lui, cioè nel mio ragionare. E quando avea consentito ciò, io mi pensava siccome dalla ragione mosso, e dicea in me: «Deh che pensiero è questo, che in così vile modo mi vuol consolare, e non mi lascia quasi altro pensare! Poi si rilevava un altro pensiero, e dicea: Or che tu se' fatto in tanto tribulamento d'Amore, perchè non vuoi tu ritrarti da tanta amaritudine? Tu vedi che questo è uno spiramento che ne reca li desiri d'Amore dinanzi, ed è mosso da così gentil parte come è quella della donna che tanto pietosa ti s'è mostrata.»173 Certo, chiunque del proprio dolore avesse voluto far pompa, o di sè stesso un eroe d'Amore, non avrebbe posto od immaginato tal fine.
      Rivolse Dante, secondo il solito, questi suoi combattimenti in varie poesie, delle quali trovansi quattro nella sua narrazione,174 e due nell'altro libro del Convito.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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