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      GEMMA, E GLI ALTRI DONATI.
      (1293-1295).
     
      Uomini, poi, a mal più che a ben usi.
      Parad. III.
      In tutte le narrazioni che precedono, e in quasi tutte quelle che seguiranno, noi avemmo ed avremo le parole stesse di Dante o per guida, o almeno per aiuto. Ma nel fatto importante del matrimonio di lui, non n'abbiamo una parola certa; e poco o nulla si può trarre dai biografi. La data stessa non ci è recata da nessuno; ma possiamo con certezza congetturare che non fosse anteriore all'anno 1293, verso il principio del quale avvenne l'innamoramento di Dante per la gentildonna consolatrice, e prima di cui non fu scritto il libro della Vita Nova. Nè poterono essere guari più tarde quelle nozze; posciachè sette figliuoli almeno n'erano nati quando Dante, nel 1301, lasciò per sempre la patria e la moglie. Quindi, certi siamo di non errare di molto, fermando quella data all'anno 1293. Fu egli, poi, il matrimonio di Dante conseguenza immediata dell'aver esso lasciato il pensiero della gentildonna consolatrice? ovvero, chi sa, fu ella una sola persona quella consolatrice rigettata, e poi ripresa in donna? Ad ogni modo, la moglie di Dante fu Gemma, figlia di Manetto de' Donati,188 famiglia nobile e potente ab antico, che al principio del secolo trovasi frammista al fatto del Buondelmonti; e della quale era ora principale quel messer Corso che vedemmo Podestà e Capitano della riserva a Campaldino, e che vedremo in breve, capo di parte, e quasi tiranno in Firenze. I sette figliuoli di Dante furono Pietro, Jacopo, Gabriello, Alighiero, Eliseo, Bernardo e Beatrice.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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